CHI SI RICORDA DI MAX HEADROOM
Io me la ricordo benissimo perché ai tempi mi aveva affascinato e stimolato così tanto, che è stata poi fonte di ispirazione di molte idee creative per diverse produzioni multimediali che poi ho realizzato negli anni successivi.
Max Headroom è l’icona Pop degli anni ’80; è stato il primo esempio di un futuristico personaggio virtuale : Max Headroom aveva l’aspetto di una testa stilizzata all’interno di un televisore, con uno sfondo di linee colorate in rotazione.
Nonostante quanto pubblicizzato ai tempi, l’immagine di Max non era generata al computer. La tecnologia degli anni ottanta non era abbastanza avanzata da permettere di ottenere l’immagine di una testa parlante, con sincronismo sul parlato in modo pratico per l’uso in una serie televisiva. L’immagine di Max era quindi ottenuta attraverso il trucco lungo e sofisticato (4 ore) dell’attore Matt Frewer che indossava un abito da sera di fibra di vetro, che veniva sovrapposta in chromakey allo sfondo geometrico in movimento unica animazione generata al computer.
Max Hedroom è stata una delle serie di fantascienza post-moderna più innovative mai realizzata per la televisione, un ambizioso tentativo di sviluppare il movimento cyberpunk attraverso la geniale opera televisiva.
Il personaggio di Max Headroom è l’improbabile protagonista della serie cibernetica inizialmente introdotto in un film – Max Headroom 20 minuti nel futuro – per la televisione britannica del 1984, interpretato da attore canadese Matt Frewer.
Il personaggio di Max Headroom fu usato nel 1985 come annunciatore in un programma di video musicali sulcanale televisivo britannico Channel 4, dal nome The Max Talking Headroom Show.
Nel marzo 1987 la rete ABC portò la serie nella televisione americana, con una produzione a puntate ispirata al film originale come pilota, ma riadattata soprattutto nelle parti e nei ruoli secondari..
La serie cult di telefilm prodotta da ABC ottenne un successo di critica e di pubblico, ma stranamente durò solo per quattordici episodi e questo rimane tuttora inspiegabile per me.
Poi l’anarchico e irriverente Max diventò un testimonial per lo spot Coca-Cola e presentatore virtuale nel suo talk show sulla rete via cavo Cinemax.
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La serie inglese di telefilm originale apparve solo un anno dopo la pubblicazione di William Gibson Neuromante, il romanzo che portò all’attenzione dell’opinione pubblica il movimento cyberpunk e che introdusse introdotto il termine “cyberspazio”.
Influenzato da film, come Il guerriero della strada e Blade Runner, e quindida opere letterarie come Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (anche noto in Italia come Il cacciatore di androidi) di Philip K. Dick, il movimento cyberpunk adottò uno stile di scrittura provocatorio, intenso basato su rappresentazioni vivaci e dettagliate di un futuro prossimo popolato da società multi-razziale, bande giovanili colorate, con hacker come protagonisti e androidi come personaggi.
Il rapporto che emerge tra l’essere umano e la tecnologia tendeva ad esprimersi in modo aggiornato: nasceva il concetto di cyborg: tecnologie che diventano parte integrante del corpo umano, aumentano le sue capacità e consentono azioni altrimenti impossibili – Il corpo umano diventa un elemento modificabile e tecnologico.
La fusione tra intelligenza umana e macchina fu quindi Il tema più importante del movimento, senza dimenticare però anche l’introduzione di scienze avanzate, come l’information technology e la cibernetica, accoppiate con un certo grado di ribellione o cambiamento radicale nell’ordine sociale.
Scrittori come William Gibson, Bruce Sterling, Rudy Rucker, e Pat Cadigan, hanno sviluppato un insieme condiviso di temi e immagini, che sono stati liberamente adottata dal Max Headroom.
Ho recuperato molto materiale interessante su Max Headroom e ho deciso di dedicare una serie di post, nelle prossime settimane all’opera televisiva che maggiormente ha influenzato la mia crescita nella produzione multimediale e nella televisione interattiva.
Inoltre è annunciata l’uscita della serie di telefilm in DVD, un’occasione per rivedere quest’opera che ha segnato uno punto indelebile nella storia della televisione.