E’ GIUNTA L’ORA DI CHIUDERE IL SITO WEB?

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Periodo 1997/2001 : “Anni d’oro o anni drogati, dipende dai punti di vista” : Una frenesia elettrizzante innaturale governava quegli anni,  in cui Internet era la parola magica, al centro della New Economy, e dove tutti noi, chi più, chi meno, partecipavamo intensamente alla + grande corsa all’oro di tutti i tempi, divulgando il nuovo “Verbo” del Web, come la nuova frontiera della comunicazione senza la quale sarebbe stato impossibile sopravvivere.

Correva l’anno 2000 quando la Old Economy veniva travolta dalla New Economy, quando molti nomi di Newco e di Ipo cominciavano per la lettera “E”, quando in Italia la capitalizzazione in Borsa di Tiscali  valeva più della Fiat, quando si spendevano centinaia di milioni di vecchie lire per progettare e realizzare  siti e portali web, quando si acquistavano piattaforme software dal valore esorbitante e quando si installavano batterie di server per reggere e sopportare l’arrivo di un improbabile numero di utenti.

Il sito web aziendale era diventato il nuovo “Climax” della comunicazione, imprescindibile per determinare la propria esistenza e presenza in rete e per fare business :

 … se non hai il sito non esisti e poi come fai se ti cercano e non ti trovano? “

In quegli anni “ho sentito e ho… viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…”

Blasonatissime aziende di consulting vendere portali di e-commerce a diversi miliardi di lire,  redazioni da centinaia di persone per gestire dei semplici portali editoriali, riunioni fiume di consigli di amministrazione  per analizzare e deliberare business plan con proiezioni di crescita fantasmagoriche da grandi multinazionali  …..al largo dei bastioni di Orione…

Ebbene com’è finita lo sappiamo tutti… pufff … la bolla poi è scoppiata!

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Ma la promessa di Internet in realtà non è mai morta, anzi si è rafforzata negli anni successivi, e chi ha saputo dosare le forze, le energie e gli investimenti è sopravvissuto al primo tsunami e ne ha tratto poi il maggior beneficio.

Non era infatti una gara di cento metri piani … era una lunga maratona !!!

Social-Media-600x500Poi sono arrivati i Social Networkle community onlinele piattaforme di content sharing e qui è partita, diciamo dal 2007, una seconda grande ondata, molto, molto più grande della prima, che sta coinvolgendo intere popolazioni di centinaia di milioni di utenti del web, e che sta raggiungendo “ora” il suo culmine.

Anche in questo caso, come per la prima bolla,  presto assisteremo a degli  Sboom, penso molto + selettivi e circoscritti, perchè come sempre si tende poi a speculare finanziariamente sui fenomeni di dimensioni planetari del web, che raccolgono e coinvolgono intere nazioni virtuali!

Una cosa è certa, gli utenti del web trascorrono sempre più tempo sui social media su Facebook, suYouTube, su Twitter, e su altre piattaforme di socializzazione e il traffico verso siti web aziendali statico sembra essere in declino.

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Anzi forse è più corretto affermare che Facebook, in particolare, sta letteralmente cannibalizzando Internet, soprattutto la parte di Web utilizzata dagli utenti che navigano in maniera più superficiale.

Da qui, con un ragionamento semplicistico potremmo dire che stiamo assistendo a una guerra tra Facebook contro Google, tra il + grande social network e il + grande motore di ricerca anche se il fenomeno è un po’ + articolato.

 

E’ impressionante come Facebook riesca a  “sintetizzare” l’essenza del web in una sola pagina semplice da usare, rinchiudendo  progressivamente una percentuale significativa di  utenti dentro il perimetro del social network.

 

facebook_world-connect_976x462Il risultato è che si naviga sempre meno ed emerge quindi un dato di tendenza e cioè che per il 40% delle aziende Fortune 100, il traffico su Facebook è molto più elevato rispetto al sito.

“E’ arrivato il momento dello shut down del proprio sito?”

Ho già letto alcuni post, come quello del digital marketing strategist David Rogers, che ha lanciato questa provocazione, ma sicuramente di fronte a una rivoluzione mediatica di queste proporzioni occorre fare un’analisi approfondita e delle riflessioni serie su come il web sta evolvendo.

america.gov_2Proprio alcuni mesi fa, ad esempio, il Dipartimento di Stato americano ha annunciato che stava chiudendowww.america.gov, il sito lanciato di fornire contenuti culturali e politiche per il mondo.

Il Dipartimento di Stato si concentrerà sull’utilizzo dei social media per promuovere i propri contenuti.

L’obiettivo è di comunicare in modo più interattivo con il pubblico in rete.

Chiudere il proprio sito web per comunicare esclusivamente attraverso canali di social media potrebbe sembrare un’idea pazza per quelle aziende ed organizzazione di grandi dimensioni.

Ma in alcuni casi i numeri sono veramente eclatanti ed impietosi

starbucks-logoIl Wall Street Journal ha riportato che Starbucks ha un traffico di oltre 10 volte superiore sulla propra Fan Page di Facebook (19,4 milioni di visitatori unici ogni mese) rispetto al  sito web aziendale (1,8 milioni).

 

i dati di traffico web comparati di Starbucks e Coca-Cola

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Per Coca-Cola, la divario è ancora più significativo: un traffico di  80 volte superiore su Facebook 22,5 milioni di visitatori sulla Fan Page di  Facebook contro solo 270.000 per il sito web.

 

In sintesi Facebook si sta trasformando sempre più in un universo digitale autosufficiente, che soddisfa pienamente i propri utenti, che si sono impigriti nella navigazione sui motori di ricerca per l’esplorazione del Web, e che, quando lo fanno, partono sempre da Facebook, per uscire temporaneamente poi tornarci velocemente, come una sorta di  “Cuccia digitale”.

E’ quindi? Ci lasciamo lentamente fagocitare dal vero “Grande Fratello Blu”?

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“E’ giusto per le aziende chiudere il proprio sito ?” Se ci pensiamo bene, è un po’  come pensare di chiudere il proprio store, posizionato in una via selezionata, con un’identità precisa e con delle vetrine personalizzate, per aprire uno spazio dentro un centro commerciale dove sicuramente c’è un grande traffico di utenti, ma dove tutto è omologato e standardizzato, dove la qualità dell’interazione e del rapporto con il cliente oltre  al target è di profilo complessivamente più basso, dove il processo di fidelizzazione è meno efficace e dove la distinzione rispetto ai competitor è molto meno evidente.

Ma per comprendere bene analizziamo i vantaggi di entrambi i paradigmi:

I principali vantaggi dei Social Media

  1. Sono intrinsecamente interattivi. I social media come Facebook, YouTube, e Twitter sono progettati intorno al concetto di condivisione e di interazione. Da lì nasce il concetto di “Social”
  2. Sono le aree a maggior traffico e dove la gente passa il maggior tempo sul web. Con oltre 600 milioni di utenti attivi su Facebook, la maggior parte del pubblico di utenti Web, sta spendendo molto più tempo lì rispetto alla navigazione .
  3. Sono semplici da usare e l’interazione con l’utente è easy. Facendo clic su un pulsante “Ti Piace” su Facebook o “follow” su Twitter è molto più facile che compilare la form di iscrizione sulla pagina del proprio sito. Così non sorprende che molte aziende abbiano costruito un largo seguito su piattaforme di social media.
  4. Favoriscono la viralità. Quando gli utenti interagiscono con le fan pages su piattaforme di social media, le azioni sono immediatamente visibili ai propri amici e contatti. Il “passaparola online”, il cosidetto “word-of-mouth” può essere uno degli strumenti più potenti per raggiungere un nuovo pubblico.

Benefici di avere il proprio sito web

  1. Brand identity – brand image : L’identità e l’immagine della marca rappresentano è tutto ciò che l’impresa vuole che i consumatori percepiscano, e il website è uno strumento di comunicazione fondamentale per il presidio e la comunicazione diretta dell’immagine dell’azienda e di propri prodotti.
  2. Massimo controllo del progetto. Il progetto di una pagina su Facebook, Twitter o YouTube è sicuramente molto, molto limitato nello spazio di personalizzazione con molti vincoli di utilizzo dei template rigidi preconfezionati. Avere il proprio sito web consente il confezionamento di un’interfaccia su misura con una user experience molto personalizzata e un controllo completo, che può risultare essenziale e imprescindibile se si hanno molti  contenuti e se c’è la necessità di avere una comunicazione personalizzata per diversi target di utenza.
  3. La proprietà dei dati. I social media sono piattaforme di proprietà della società che li gestiscono, e, come tali, i dati e le informazioni degli utenti e le interazioni sono di “proprietà” dei Social Network. Con il proprio sito web, tutti i dati sono sotto controllo diretto.
  4. Targeting e personalizzazione. Il possesso dei dati e il controllo  della progetto, sono fattori che permettono interazioni molto più mirate e dirette con i propri clienti. Se si conosce la email del cliente nel database, è possibile controllare il  follow-up, con apposite pagine web, e le esperienze di e-commerce sono molto più mirate.
  5. Raggiungere tutti gli utenti. A differenza di Facebook, Twitter o altri servizi che possono raggiungere ampie fasce di clienti, ma che necessariamente devono essere iscritti ai Social Network e devono accettare la condivisione dei contenuti,  il proprio sito web è sempre disponibile al 100% per una comunicazione diretta, costante, estremamente focalizzata e sempre sotto controllo.

In buona sostanza la mia risposta alla provocazione se è giunto il momento di chiudere i siti di aziende,  presenti sui social network, come mia opinione personale è assolutamente NO!

E’ fondamentale una strategia per la  comunicazione digitale che sia basata su un’architettura

  • Serve invece una strategia di approccio al Web che sfrutti al massimo tutti i canali sui Social Network, ma per intercettare gli utenti e i potenziali clienti per portarli e collegarli al proprio sito;
  • serve una costante verifica dell’online brand reputation;
  • serve il presidio strategico dei motori di ricerca attraverso le attività SEO (Search Engine Optimization) di tutte le parole chiave che fanno parte della brand image e della brand identity aziendale
  • serve presidiare tutte le piattaforme di content sharing con l’implementazione di un palinsesto di contenuti multimediale, da YouTube a Dailymotion per i video, da Flickr a Picasa per le immagini, da Slideshare a Scribd per i documenti.
  • serve presidiare la Blogosfera con l’interazione con i Blog di settore e di argomenti vicini al proprio business
  • serve una costante azione di presidio con attività strutturate di community management per fidelizzare i clienti con un dialogo costante
  • serve un presidio degli APP Store e dei Market Android con delle APP mirate di presentazione Istituzionale e di prodotto

Diapositiva09In conclusione l’azienda deve sfruttare al massimo ogni opportunità offerta dalla rete, ma necessariamente deve sempre avere un presidio diretto con il proprio sito e con tutti gli strumenti di comunicazione digitali correlati e interconnessi fra loro per ottenere il massimo beneficio di presidio della Marca e di comunicazione sui clienti.

“Quindi il web non è assolutamente morto, ma sta cambiando ed è in continua evoluzione e bisogna attrezzarsi per presidarlo con buon senso”.

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