MILANO : L’OPPORTUNITA’ PER CAMBIARE
Milan l’è un gran Milan, tanto che il «New York Times» ha stilato una classifica tra 52 destinazioni nel mondo da vedere nel 2015, e Milano è risultata al primo posto subito davanti a Cuba, in seconda posizione, e Philadelphia in terza.
L’EXPO partirà tra poche settimane e il New York Times ha pubblicato sul proprio sito questo bel video, dando un’anticipazione ai propri lettori, per illustrare come si può scoprire e vivere Milano in 36 ore attraverso 3 ingredienti principali: cibo, arte e moda.
Graze all’assegnazione dell’EXPO 2015, Milano negli ultimi anni ha avviato un processo di modernizzazione che si può notare soprattutto sull’aspetto architettonico e urbanistico a partire dal nuovo Skyline che è in continua evoluzione.
Mi piace interpretare questo cambiamento con questo video veramente originale di Fabio Palmieri che interpreta la Milano del futuro:
MILAN 2015 – The City of Future from NotWorkingFilms on Vimeo.
In questo post però non mi interessa tanto commentare ciò che sta succedendo, ma mi interessa fare un parallelo con la Milano vibrante di energia degli anni 60′, per capire se stiamo vivendo realmente in un secondo rinascimento.

…un articolo dell’Observer del 1955: «Milano, la città più moderna del mondo, è la cosa più italiana d’Italia». Aggirandosi tra i grattacieli e la nuova Galleria d’Arte moderna, il giornalista sbalordito racconta una città infusa della verve che Londra e Parigi (a suo avviso) hanno perduto. «Ciò non deriva dalla storia, ma dalla consapevolezza che anche ora è storia. Se Milano è ricca non lo è perché è moderna, giacché siamo tutti moderni oggi, ma perché vive e costruisce con la gioia e l’orgoglio col quale gli antichi italiani costruivano le loro torri e i loro palazzi in una tradizione che non è apparato, sentimento o stile, ma volontà di rimodellare un’antica cultura in una forma nuova: per esperienza, per istinto, per vita, non per nostalgia».
Io negli anni cinquanta non ero ancora nato, ma ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto esserci per respirare quell’aria di rinascita, quell’energia originata del desiderio non solo di ricostruire dalle macerie del dopoguerra, ma di creare e inventare nuove prospettive della modernità, come solo i milanesi sono capaci di fare quando sono convinti e determinati.
Milano e i Milanesi furono protagonisti del boom economico degli anni 60, periodo in cui emersero un numero impressionante di intellettuali artisti, designer e imprenditori, che contribuirono al miracolo italiano e trasformarono Milano in un eccezionale laboratorio culturale.
Elenco solo alcuni dei principali interpreti di quel periodo:
“Milano interpretò come protagonista questa vitalità e divenne emblema di un laboratorio ideale che caratterizzò quell’epoca; la sua unicità fu di rappresentare il vertice creativo quasi nella totalità dei saperi”
Ecco un documento unico realizzato da Luciano Tellaroli e Joris Jaccarino, che hanno ricercato, con i protagonisti, le ragioni della straordinaria energia intellettuale e dell’incredibile stratificazione di saperi che vide Milano protagonista in quegli anni.
Milano degli anni 60 era una Milano in un periodo di grande boom e crescita economica, mentre oggi stiamo vivendo un periodo di crisi, in cui forse usciremo quest’anno da una recessione, che sicuramente ha frenato lo sviluppo economico.
E’ passato mezzo secolo e quell’incredibile energia di quegli anni, probabilmente irripetibili, perchè Milano è stata anche un incredibile laboratorio di grandi personaggi illuminati e di movimenti artistico culturali che hanno inciso profondamente nella cultura europea e mondiale.
Oggi stiamo vivendo un periodo altrettanto prolifico?
Secondo me solo in parte o perlomeno sino ad oggi non abbiamo ancora evidenza di un fermento artistico culturale di analoga portata.
E’ molto difficile mettere a confronto questi 2 periodi anche perché uno lo stiamo vivendo e, come ci insegna la storia, potremo giudicarlo bene solo dopo almeno 15/20 anni per poter ne avere un giudizio completo.
In ogni caso Milano sta sicuramente cambiando e, quest’anno, si sta giocando la faccia di fronte al mondo, perché l’aspettativa è molto grande.
Come milanese mi auguro prima di tutto che le aspettative non vadano deluse e che l’EXPO si tramuti in un grande successo, e che possa rappresentare l’inizio di un grande rinascita, dove l’energia accumulata per l’EXPO possa essere il carburante per un cambiamento più profondo e duraturo, perché Milano è la metropoli più cosmopolita d’Italia, ma per mantenere questo ruolo deve proiettarsi nel futuro per essere una città protagonista nell’innovazione.
Per procedere in questa direzione la strada è ancora lunga e ci sono molte cose da fare.